Nuovo emendamento alla Finanziaria regionale. Si riparla del piano sulle partecipate che era stato bocciato in commissione Bilancio la scorsa settimana. Ora sono salve soltanto 9 fra le partecipate di cui la Regione detiene maggioranza o totalità dell’assetto azionario. Nasce un nuovo problema occupazionale. Infatti i 7.300 dipendenti facenti capo alle 25 società che spariranno, soltanto nei limiti numerici e di qualifica una parte sarà riassorbita dalle 9 società rimanenti. Le nuove piante organiche dovranno essere pronte entro tre mesi. Tre mesi che potremmo definire di “agonia” per centinaia di lavoratori quindi, in attesa di un responso su chi resta e chi “va già dalla torre”.
In ogni caso l’emendamento presentato dal governatore Rosario Crocetta e dall’assessore regionale all’Economia, Luca Bianchi, affronterà domani l’Aula e si vedrà se passerà o subirà altri intoppi.
Ma quali società si salvano? Rimarranno attive: Azienda Siciliana Trasporti (AST), Servizi Ausiliari Sicilia, Sicilia @Servizi, Riscossioni Sicilia, Irfis, Sviluppo Italia Sicilia, Siciliacque, Parco Scientifico e Tecnologico, Seus 118.
Per le altre si avvierà la procedura di liquidazione o verranno assorbite nelle nove società elencate. La norma fa seguito al severo monito lanciato nello scorso mese dalla Corte dei Conti che evidenziava costi record per la gestione delle 34 partecipate, sostenuti peraltro nell’assoluta carenza di corrispondenti servizi per la collettività. A questo si aggiungeva, nei rilievi della Corte, la presenza di svariate irregolarità amministrative.
Per intendersi, con pochi numeri in 4 anni la Regione ha speso 1 miliardo e 89 milioni di euro soltanto per il personale, a cui vanno aggiunti 73,4 milioni di euro per consulenze esterne alle partecipate e 13,9 milioni per il pagamento di dirigenti e organi societari. Uno scialo di denaro pubblico con pochi precedenti forse.
Ma la liquidazione delle partecipate pone il nuovo problema: come ricollocare i 7.300 dipendenti? Riassorbirli tutti implicherebbe ugualmente costi esorbitanti per la Regione e non sarebbe utile per la mancanza di reali vantaggi produttivi della macchina regionale. E di questo era la stessa Corte dei Conti ad avvisare. Cosa fare allora?
Secondo l’assessore Luca Bianchi la via è solo una: bloccare ogni nuova assunzione, comprese quelle precedentemente autorizzate, permarranno soltanto gli “stagionali” delle Terme di Acireale e Sciacca. Per tutti i dipendenti sarà applicata la Legge nazionale 223 sul licenziamento collettivo e una parte di questi (nei limiti numericamente utili) e secondo le qualifiche acquisite, sarà poi nuovamente assunta nelle 9 partecipate rimanenti. Limite a questo indirizzo: potrà essere assunto nuovamente soltanto chi aveva un contratto a tempo indeterminato già al 31 dicembre 2009. Sarà poi la concertazione con i sindacati a determinare i nuovi equilibri. In ogni caso “Il personale che transiterà nelle nove società rimaste attive perderà indennità, superminimi e trattamenti giuridici particolari che aveva nelle partecipate poste in liquidazione“. Insomma il principio tutela quasi tutti i lavoratori, pur rispettando le leggi vigenti e le indicazioni della Corte dei Conti. Sarà vero beneficio per le casse regionali o forse occasione per la creazione di più “potenti feudi“?
Per qualcuno sarebbe più opportuno creare una legge “ad hoc”, per altri lasciar trascinare tutto così, intanto si prova con questo nuovo emendamento.